OSSERVAZIONE AL P.O.C. 2008

OGGETTO: Osservazioni al primo stralcio della Variante generale al P.O.C., adottata con Delibera C.C. n.171/31 del 18/12/2008.

PREMESSA

La nostra Associazione, occupandosi ormai da quasi venticinque anni delle molteplici problematiche riguardanti la zona nord della città, desidera formulare alcune osservazioni in merito alle previsioni del presente primo stralcio del P.O.C. relative a varie aree dei quartieri S.Leonardo e Cortile S.Martino che, a nostro avviso, sono strategiche per il loro futuro.

CONSIDERAZIONI  GENERALI

Il quartiere S.Leonardo è stato il luogo della prima industrializzazione della città e, dal secondo dopo guerra, ha subito un caotico sviluppo insediativo basato sulla commistione tra attività produttive, residenze e infrastrutture sovra cittadine a cui, purtroppo, non è corrisposta un’adeguata dotazione di servizi, spazi verdi pubblici ed una razionale e funzionale rete viaria interna all’abitato.

Nell’ultimo decennio si è andato in parte modificando questo stato di fatto con alcuni miglioramenti sul fronte della viabilità, dei servizi, del verde, della dislocazione di varie attività industriali ed artigianali ed anche attraverso una caratterizzazione prettamente residenziale e commerciale (ma non solo queste due devono essere le funzioni che definiranno il quartiere dei prossimi decenni).

Negli ultimi tempi, infine, si sono avviati anche vasti interventi di trasformazione e riqualificazione di importanti aree nella parte di prima urbanizzazione del quartiere, che verranno ad assumere una valenza non solo locale ma anche cittadina, e così dovrà essere anche per quelle aree oggetto del presente stralcio di P.O.C. che, per la loro natura e collocazione, rappresentano l’elemento decisivo per perfezionare il processo urbanistico ed evolutivo del quartiere, portandolo così ad essere parte integrante e strategica del centro città, e non più un’insignificante e degradata periferia in cui nessuno vorrebbe venire a vivere.

Al contempo, bisogna evitare che le connotazioni negative che hanno gravato per un secolo su S.Leonardo, si ripropongano per la parte urbana di Cortile S.Martino compresa tra la tangenziale nord e l’autostrada.

Nel corso degli ultimi vent’anni, infatti, soprattutto nel settore est tra l’Asolana e Via Paradigna, si è assistito ad uno sviluppo insediativo scoordinato di attività industriali ed artigianali intorno a comparti residenziali di vario genere, tra cui il più rilevante è decisamente scadente dal punto di vista architettonico, è praticamente ingestibile a causa della sua particolare conformazione urbanistica, ed ormai presenta evidenti problemi di cedimenti  strutturali e di vivibilità.

Tutto ciò, pertanto, non deve essere in alcun modo riprodotto, seppure in forme e con funzioni diverse nel rimanente settore ovest tra Asolana, Via Rastelli e Via Moletolo, di cui due piccole aree sono comprese nel presente stralcio di P.O.C..

Questi territori, abbisognano di un profondo intervento di valorizzazione funzionale ed ambientale, poiché costituendo la cosiddetta “Porta Nord” di Parma, ne sono forse il principale luogo di ingresso in città e pertanto non possono rimanere in uno stato di indeterminatezza, di mediocrità, se non addirittura di degrado urbanistico.

Non sarebbe stato assurdo pensare in passato e non lo sarebbe neppure ora, se vi fossero ancora le condizioni e le necessità, che i terreni di cui tratteremo avrebbero potuto ed ancor più oggi possono, per la loro particolare collocazione baricentrica rispetto a tutti i principali assi di comunicazione, la loro accessibilità mediante ogni mezzo di trasporto pubblico e privato, ospitare importanti realtà cittadine e di valenza anche provinciale (basti pensare a: nuovo Ospedale, facoltà Universitarie, nuovi teatri o auditorium, sede EFSA piuttosto che DUC, nuova Questura, caserma VV.FF. e Polizia stradale, nuovi uffici giudiziari, poli scolastici comprensivi dall’infanzia alle superiori e qualsivoglia altra sede amministrativa di enti ed istituzioni pubbliche o private, nazionali od internazionali).

Si spera che le differenti scelte compiute nel passato lontano e recente, siano state dettate esclusivamente da ineccepibili ragioni tecniche ed economiche (in primis la proprietà pubblica delle aree), e che non vi sia stata alcuna miopia pianificatoria, o peggio una qualche discriminazione di tipo politico verso questa parte della città, che si è vista gravata nel corso dei decenni ed ancora lo è e lo sarà in futuro, in base alle visioni del P.S.C. e ad altre scelte, di quei servizi di valenza cittadina e provinciale particolarmente problematici e della gran parte delle attività produttive e commerciali che sono, a vario titolo, impattanti per il territorio.


OSSERVAZIONI  e  RICHIESTE

Area ex vetreria Bormioli Rocco (22 S4)

E’ l’area che più di ogni altra rappresenta la più grande, ma ormai ultima occasione, per perfezionare in modo altamente significativo l’articolata opera di trasformazione e riqualificazione degli insediamenti industriali dismessi del quartiere S.Leonardo.

Per la sua collocazione baricentrica all’abitato della zona nord della città, è un’area non solo fondamentale per la piena valorizzazione urbanistica e funzionale del quartiere, ma può costituire un punto strategico per la Parma dei prossimi decenni (si pensi alla vicinanza alla tangenziale, all’autostrada, alla stazione ferroviaria, ed al fatto che è servita da autobus ed in futuro lo sarà anche dalla metropolitana).

Riteniamo quindi si debba definire un progetto che esalti appieno queste potenzialità, realizzando qualcosa di veramente utile per il territorio e la città, pur nella garanzia delle esigenze remunerative della proprietà e dei soggetti attuatori.

Si è stabilito che costoro non paghino l’indennità per la compensazione di opere pubbliche di interesse collettivo fuori comparto e le indennità perequative relative all’intervento oggetto di inserimento nel P.O.C., perché provvederanno alla bonifica dei terreni, alla realizzazione dell’attigua fermata della metropolitana ed al recupero della parte originaria della vetreria al fine di costituirvi un museo del vetro e della storia dell’industria locale.

I tre citati, sono ovviamente interventi importanti ma non costituiscono l’essenza dell’opera di riqualificazione dell’area in oggetto, in quanto rappresentano rispettivamente, una necessaria premessa, un’infrastruttura collaterale e la conservazione di edifici che insistono su una minima parte dell’intero comparto.

Il senso ed il valore del progetto di riqualificazione e trasformazione lo si deve valutare in base a ciò che si pensa di realizzare ex novo nel restante 90% dell’area della vecchia vetreria.

Le schede tecniche e lo schema di accordo tra il Comune ed i proprietari, pur contenendo parametri tecnici, urbanistici ed economici che possono essere anche sostanzialmente condivisibili, tuttavia paiono troppo generiche nelle indicazioni funzionali ed in parte del sistema infrastrutturale.

LE FUNZIONI

Prevedere come funzioni caratterizzanti quelle residenziali, direzionali e commerciali, e come ammesse quelle ricettive, artigianali e di intermediazione connesse alla residenza e attività di Pubblica Amministrazione, può teoricamente andare bene, ma bisogna precisare ed approfondire meglio che cosa in concreto si intenda fare e come si intenda farlo.

A nostro avviso, per esempio, le attività artigianali in senso stretto dovrebbero essere del tutto escluse, mentre le funzioni commerciali dovrebbero essere residuali ed al dettaglio, intese come una rifinitura di classe di interventi che abbiano la loro caratterizzazione in altre attività di prestigio e di utilità per i nostri quartieri e la città nel suo complesso (in zona esistono già i due più grandi e variegati poli commerciali cittadini).

Le attività commerciali dovranno essere di vicinato, con superfici di vendita non > ai 250/500 mq. e nella loro variegata tipologia dovranno rendere vitale la zona anche in parte della serata (botteghe con marchi di prestigio o di alto artigianato che costituiscano un unicum per Parma, attività di ristoro tipiche, etniche con caratteri di novità).

Tali edificazioni, come pure quelle direzionali, nella loro conformazione e dislocazione spaziale, non dovranno costituire un corpo a sé stante in relazione esclusiva e sinergica con l’Eurotorri, costituendone fisicamente una sorta di espansione e di “invasione” dello spazio del nuovo comparto da urbanizzare, ma invece dovranno rivolgersi all’interno del nuovo quartiere, contribuendo alla sua valorizzazione e sviluppandosi perimetralmente alla piazza-giardino centrale ed eventualmente anche ai lati dei due assi viari principali est-ovest e nord-sud.

Nell’ambito degli spazi direzionali, l’Amministrazione comunale, in primis, dovrebbe promuovere ed agevolare l’insediamento in loco di quelle funzioni istituzionali cittadine, o sovra ordinate, che necessitino di nuove e più idonee collocazioni, ed anche di quei soggetti privati di valore nazionale ed internazionale che dovendo venire a Parma, possano dare realmente lustro al quartiere ed alla città.

In base a quanto sostenuto inizialmente, si potrebbe pensare anche ad usi ulteriori rispetto a quelli fino ad oggi indicati, che già di per se stessi siano garanzia di un’operazione di un certo valore che risponda adeguatamente alle esigenze di riqualificazione e valorizzazione di questo territorio.

All’interno della quota di standard di cessione ad oggi stabilita, e di quella eventualmente aggiuntiva che venisse disponibile (si richiede, tra l’altro, che anche quegli standard che potrebbero essere realizzati all’esterno del comparto, in questo particolare caso siano, invece, attuati all’interno in ragione della sua eccezionale valenza pubblica), vi è l’esigenza di intervenire per completare anche i servizi di quartiere, con un più idoneo Ufficio postale dato l’inadeguatezza di quello di Via Venezia e con un vero “Centro Civico” che possa ospitare una sala polivalente e modulabile da 400/500 posti a sedere complessivi, suddivisibile all’occorrenza in varie salette più piccole, in cui svolgere incontri o riunioni ed attività più circoscritte.

Nella sua globalità detta sala potrà ospitare convegni, conferenze, assemblee, spettacoli teatrali, musicali e proiezioni cinematografiche, tutti eventi che non dovrebbero esclusivamente essere di valenza locale e di quartiere, ma un tale contenitore sarebbe giusto che potesse rientrare nel circuito delle manifestazioni di valore cittadino.

Al piano superiore potrebbero invece ricavarsi ambienti per associazioni e spazi per l’aggregazione giovanile, di cui da più parti si è manifestata la necessità.

Al tempo stesso, sarebbe assai utile poter ricavare all’interno di un edificio di tale natura anche una sorta di “Centro Multimediale” con internet-point, con terminali per connettersi alla rete civica e provinciale delle biblioteche, con sale per la lettura di giornali e riviste, l’ascolto in cuffia di musica e la visione di filmati e video.

Il tutto potrebbe giovarsi anche di un bar interno dove potersi ristorare e socializzare.

Chiaramente tutto questo complesso di funzioni pubbliche, sarebbe ragionevole che venissero ospitate nelle strutture storiche della vetreria che dovranno essere conservate e recuperate, sempre che risultino spazialmente sufficienti e tecnicamente idonee.

In primis però, è unanimemente richiesto da tutti i soggetti interessati, che detti spazi siano destinati al museo del vetro e della storia industriale della città, ed in caso di ulteriori ambienti disponibili, ad analoghe funzioni museali ed espositive di cui Parma possa avere bisogno.

A nostro avviso, si dovrebbero conservare e recuperare la palazzina rossa su Via S.Leonardo, i primi forni e capannoni retrostanti, le quattro ciminiere e l’area cortilizia con la palazzina direzionale e se risultasse utile, si potrebbe conservare anche l’altra palazzina rossa a ridosso di Via Genova.

Un’ubicazione particolarmente funzionale per il citato “Centro Civico” sarebbe, in alternativa, l’area sul retro della storica sede di quartiere, tra Via Silva a nord, il prolungamento di Via Imperia ad est ed il nuovo viale est-ovest a sud.

VIABILITA’ e VERDE

Sono assolutamente necessari:

Il viale principale e centrale est-ovest da Via Paradigna (ex linea ferroviaria interna) a Via S.Leonardo (all’incrocio con Via Prampolini da regolarsi con rotatoria);

I due collegamenti sud-nord che si sostanziano nel prolungamento di Via Imperia che, dopo essersi intersecato con il futuro viale centrale, giunga fino all’incrocio mediante nuova rotatoria con Via Silva e Via Bormioli, e nel prolungamento del sistema viario e del verde di Piazzale Salsi fino al viale centrale est-ovest e che, da qui, prosegua con la piazza-giardino pedonale fino di fronte a Piazza Balestrieri dell’EuroTorri e con una strada che si immetta nella rotatoria tra Via Silva e Via Bormioli vicino a quella di Via Paradigna (è opportuno studiare soluzioni che garantiscano la continuità viaria del viale centrale senza che vi sia però un’intersezione a raso con l’area verde centrale proveniente da Piazzale Salsi e che dovrà terminare nella piazza-giardino pedonale di cui sopra).

E’ ovvio che tali interventi dovranno ricomprendere una completa ed omogenea ridefinizione sia dell’intero Piazzale Salsi, che di Via Genova, sia come strada che come area verde, almeno nel tratto tra Via Paradigna e Via Imperia.

FORMA  ARCHITETTONICA  e ARREDI

Quanto all’altezza massima degli edifici, per quelli residenziali va bene la prescrizione di 20 mt., per quelli direzionali e commerciali invece, si potrebbe ipotizzare un’altezza superiore ai 44 mt. (mantenendo comunque invariata la SLU massima), se ciò rendesse possibile l’edificazione solo di due edifici di rilevante altezza e di particolare pregio ed originalità architettonica e funzionale, una sorta di rimando alla verticalità delle ciminiere della vecchia fabbrica e che consentirebbero dai piani più alti una visione panoramica sul centro storico, il crinale appenninico e le Alpi.

Tali edifici dovrebbero collocarsi ai due lati della piazza-giardino, con al piano terra i diversificati esercizi commerciali di animazione del luogo nell’intero arco della giornata, purché siano compatibili con i vicini insediamenti residenziali (al riguardo le competenti autorità dovranno procedere ad un’accurata selezione) e non è altresì da escludere che taluni di questi esercizi, non possano avere una più suggestiva collocazione anche ai piani più alti di questi edifici (es.: ristoranti con terrazzi panoramici).

In ogni caso, perché l’opera di riqualificazione ed urbanizzazione di quest’area risulti veramente significativa ed esemplare nel suo genere, occorrono oltre a funzioni di rilievo anche forme architettoniche di assoluta qualità ed originalità e la massima cura per gli elementi di arredo urbano, siano essi arborei, floreali, fontane o giochi d’acqua, od anche creazioni in vetro che potrebbero rappresentare un suggestivo richiamo alle origini ed alla storia di questo luogo.

E’ pertanto indispensabile che la progettazione sia affidata ad uno o più architetti di chiara fama nazionale ed internazionale, perché qui va lasciato un segno identificativo e rappresentativo del nostro tempo, che possa rimanere nella storia di Parma, come lo sono il Duomo, il Battistero, la Pilotta, il Parco Ducale e gli altri importanti monumenti della città.

Aree di Via Rastelli (19 S2.C – 19 S2.D)

Queste aree costituiscono solo una minima parte di quel vasto territorio a nord della tangenziale e ricompreso tra gli insediamenti sportivi, Via Rastelli, lo svincolo del Casello A1 e Via S.Leonardo (mq. 441260), ma sono comunque rilevanti poiché la loro urbanizzazione deve essere l’elemento iniziale di un processo di riqualificazione e trasformazione dell’intera zona indicata.

In questa ottica, occorre definire già ora un disegno complessivo che poi verrà attuato per stralci nel corso degli anni a venire e, per certi aspetti, valgono le medesime valutazioni esposte per l’area ex Bormioli.

Si deve prendere in considerazione, in questo senso, anche quell’altro terreno privato ad est delle piscine, a sud del vasto comparto considerato, a ovest dell’Asolana e a nord del restante centro sportivo.

Ci troviamo di fronte ai terreni che rappresentano la “Porta Nord” della città, pertanto il valore e lo stile di Parma, di una città che vuole essere di livello internazionale e si sente da secoli una capitale, deve essere immediatamente percepito da chi, uscendo dal Casello A1 o provenendo da Colorno, si immetta in Via Rastelli od in Via S.Leonardo.

LE FUNZIONI, LA FORMA ARCHITETTONICA  e  GLI ARREDI

E’ quindi indispensabile concepire un’urbanizzazione che riconosca e valorizzi questa specifica natura, mediante funzioni appropriate ed un prestigioso complesso di arredi urbani, che riescano a distogliere l’attenzione di chi arriva, dall’orrore urbanistico ed architettonico rappresentato dall’insediamento residenziale Paradigna e dalle altre realtà non particolarmente mirabili presenti lungo Via S.Leonardo e l’ultimo tratto di Via Rastelli, strade che dovranno essere adeguatamente riqualificate e valorizzate.

Non ci sembra che questa visione del ruolo fondamentale che la zona in oggetto può giocare a livello cittadino, traspaia particolarmente dalle relative previsioni delle schede norma e dalla cartografia del P.O.C., anzi, notiamo una certa genericità e contraddittorietà tra le prescrizioni per le funzioni caratterizzanti e le successive specifiche, le prime parlano di direzionale, ricettivo e commercio, mentre le seconde si limitano ad indicare “attività commerciali fino alla medio-grande struttura di vendita non alimentare” e tra le funzioni ammesse contemplano anche le “attività artigianali e di intermediazione connesse alla residenza”.

Pare quindi di capire che la tendenza prevalente sia rivolta alle attività commerciali ed artigianali, anche con “concentrazione volumetrica ad alta densità”, come riportato dalla cartografia per la piccola area tra Via Rastelli e Via Casello Poldi (19 S2.D) e per la gran parte dei terreni tra Via Rastelli e l’Asolana.

Tutto ciò però contrasta con il ruolo di “Porta Nord” della città che noi proponevamo inizialmente, ma pure con quanto riportato nella descrizione degli obiettivi di progetto delle rispettive schede norma in cui nei riquadri dei sistemi insediativo ed ambientale si fa cenno a funzioni ricettive e direzionali e ad edifici di valore (anche in questo caso si potrebbe puntare su pochi edifici di una certa altezza).

E’ quindi necessario fare chiarezza, riconoscere la reale potenzialità di questa zona di ingresso in città e valorizzarla di conseguenza con qualcosa di veramente prestigioso ed utile per il quartiere e l’intero contesto locale.

Nei paraggi abbondano i grandi centri commerciali di ogni natura (Centro Torri, Euro Torri, Ikea) ed altri sono già stati previsti in zona Fiera ed allo Spip, non ci pare quindi sensato favorire una sorta di “metastasi” del commercio di grandi dimensioni a Cortile S.Martino, lo stesso dicasi per le attività artigianali che vedono già la presenza del Quartiere Primo a Moletolo, di cui è già stabilita una certa espansione, varie presenze nelle diverse strade di accesso alla città, per concludere poi con il complesso di Via Venezia nella zona est del quartiere.

Per ottenere la corretta remunerazione dei soggetti attuatori e per perseguire l’interesse pubblico, si deve puntare sulla qualità delle funzioni e sull’alto valore intrinseco delle cose che si andranno a costruire, piuttosto che sull’abbondanza di edifici mediocri e di usi, in zona, ormai inflazionati.

Pensiamo inoltre, che in aggiunta alle funzioni direzionali e ricettive di prestigio, si potrebbe ipotizzare un ulteriore sviluppo del complesso sportivo polivalente, la realizzazione di più articolati servizi per i turisti e l’insediamento di altre pubbliche attività di quartiere e di valenza cittadina.

Dal punto di vista sportivo, si potrebbe realizzarvi il nuovo Stadio del Rugby, nel caso non fosse possibile adeguare l’attuale campo e non si potesse costruirlo sempre all’interno del centro sportivo attuale.

Allo stesso modo potrebbe essere interessante il cosiddetto “Palaghiaccio”, purché non sia il doppione al coperto della pista invernale di Piazzale Picelli, ma diventi, oltre ad un luogo di svago, anche il più importante centro per la pratica agonistica degli sport su ghiaccio (pattinaggio artistico e di velocità, short track, hockey, curling ecc.) a sud del fiume Po, e quindi acquisisca una valenza interprovinciale ed interregionale.

Un’ulteriore condizione è che gli ingenti costi di conduzione siano a carico di un gestore privato e non del Comune (ossia che abbia una sua autonoma sostenibilità economica).

Si deve notare inoltre che, l’attuale centro sportivo, a differenza di altri in città, risulta essere un luogo sostanzialmente chiuso, non accessibile per chi non sia strettamente praticante e non integrato nell’ambiente circostante.

Sarebbe pertanto utile che potesse connettersi con quanto verrà realizzato nei terreni a nord delle piscine (quota standard di cessione della futura vasta area), realizzando così un ancor più vasto polo, non solo sportivo, ma complessivamente a verde pubblico attrezzato in cui si possano inserire, percorsi vita e ciclabili, spazi di incontro e sosta, servizi di ristoro e ludico-ricreativi, tipo un vero e proprio campo da minigolf di alto livello a valenza quantomeno cittadina (non ha senso la voce di bilancio 2009 di questo genere con collocazione all’interno del comparto Paradigna), che rendano pienamente fruibile questo grande potenziale ambientale.

Si rileva inoltre un errore, si spera solo cartografico, nella perimetrazione sud della vasta area in oggetto di 441260 mq..

Questa viene, infatti, ad inglobare la superficie delle già esistenti piscine pubbliche, e l’ipotizzata quota standard di cessione viene a sovrapporsi proprio a questi impianti natatori.

Si dovranno pertanto riperimetrare i confini, ricalcolare i mq. di standard di cessione e collocarli correttamente all’interno dei terreni di proprietà privata.

LE PREMESSE INFRASTRUTTURALI

Prima però di ogni valutazione sulle funzioni da insediare, si devono assolutamente compiere due premesse di carattere infrastrutturale che risultano condizionanti per qualsiasi tipo di intervento insediativo si voglia realizzare in loco.

Ci riferiamo:

1)      al ridisegno complessivo dello svincolo autostradale, che dovrà coniugare efficacemente non solo l’intersezione con Via Rastelli, con l’Asolana e con Via Carra, ma anche con la nuova Complanare, ed inoltre, dovrà permettere di avere in contiguità il parcheggio scambiatore, la fermata della metropolitana ed i vari servizi ad essi connessi (cosa che con le attuali conformazioni stradali non è possibile);

2)      alla precisa definizione del tracciato della metropolitana, della localizzazione della sua stazione di partenza e dell’altra fermata che dovrebbe essere prevista nella zona in oggetto.

Senza un chiarimento su questi due aspetti, ogni ipotesi di urbanizzazione di questa vasta parte del quartiere Cortile S.Martino risulta del tutto velleitaria e si deve assolutamente evitare di incorrere nel grave  errore che troppo spesso ha connotato lo sviluppo cittadino del passato in cui, a nuove edificazioni, non è corrisposto un’adeguata pianificazione della rete viaria e dei trasporti pubblici.

Nello specifico l’area 19 S2.C, poiché si trova sullo svincolo tra Via Rastelli e Via S.Leonardo e dovrebbe ospitare il capolinea nord della metropolitana, con necessari servizi annessi quali un info-point per la presentazione di tutti gli aspetti turistici, culturali, monumentali, ambientali, amministrativi ed economici della città e della provincia, e con la contiguità del nuovo parcheggio scambiatore, non pensiamo sia opportuno che possa edificarsi con particolari strutture tra quelle previste nelle relative schede tecniche, prima della definizione delle due condizioni appena richiamate.

La piccola area 19 S2.D invece, sembrerebbe più vocata per una struttura ricettivo – alberghiera, poiché essendo quasi completamente circondata da una villa storica e da residenze rurali ristrutturate da poco e con una certa cura e raffinatezza, sarebbe deprecabile se vi fosse insediata una qualche attività artigianale o commerciale.

Può risultare discutibile il mandare in attuazione questa piccola area, con le funzioni inizialmente citate, senza che sia chiaro quale dovrà essere il futuro complessivo dell’intero quadrante tra Via Rastelli e Via Moletolo che, come appena detto, data la presenza di terreni agricoli, di rustici ristrutturati di un certo pregio, non pensiamo sia logico che muti significativamente l’attuale natura, ed in tal senso, dovrà operare l’Amministrazione comunale con gli appositi strumenti tecnici e normativi.

Quanto all’infrastrutturazione viaria interna alla zona, è indispensabile realizzare un asse mediano anche ciclabile che, sotto passando la metropolitana, possa collegare la rotatoria di Via Rastelli, all’altezza di Via Casello Poldi, con una futura rotatoria da collocare all’incrocio tra Via S.Leonardo e Via Serao.

Questo dovrà essere l’unico asse di intersezione con la viabilità esterna e quindi l’unica via di ingresso e di uscita per i futuri insediamenti interni a quest’area, qualunque essi siano.

Aree di Via Burla-Via Venezia (22 S9.A – 22 S9.B – 22 S9.C)

Le tre aree considerate convergono sulla rotatoria tra Via Burla e Via Venezia a nord dell’omonimo quartiere artigianale, e le due più a ovest confinano con il quartiere residenziale Benedetta.

Anche per esse valgono le riflessioni avanzate riguardo le aree precedenti e relative alla necessità di precisare meglio le reali funzioni che vi si intenderà insediare, la loro dimensione e la loro qualità architettonica.

Infatti, seppure l’indicazione di usi direzionali, ricettivi e commerciali paiano sostanzialmente condivisibili, è bene approfondire il senso di previsioni specifiche che si riferiscono a funzioni caratterizzanti di tipo commerciale anche alimentare e di medio-grande struttura, ed a funzioni ammesse di tipo artigianale e di intermediazione connesse alla residenza.

Non vorremmo che ci si sbilanciasse troppo verso queste destinazioni d’uso, tralasciando, di fatto, quelle direzionali e ricettive, e senza pensare che anche questa zona avrebbe bisogno di completare alcuni servizi di quartiere.

Inoltre, per definire una progettazione appropriata si devono considerare taluni aspetti che differenziano tra loro le tre aree, e soprattutto le due ad ovest di Via Burla da quella compresa tra questa strada e Via Mantova.

Le prime due sono in contiguità con il rione Benedetta e pertanto le nuove funzioni devono integrarsi ed essere di servizio all’insediamento residenziale, migliorandone le dotazioni ed evitando di creare impatti che ne minino la vivibilità.

In questo senso, si dovrebbero escludere le attività propriamente artigianali e quelle commerciali di medio grandi dimensioni che abbiano un richiamo che vada oltre l’ambito urbano circostante.

La terza area risulta in parte diversa perché gravita anche su Via Mantova, non è a ridosso di un vero e proprio insediamento residenziale anche se vi sono adiacenti alcune palazzine di pregio, e quindi con una certa cautela, studiando un adeguato sistema di accessi da entrambe le strade, si potrebbe ipotizzare un uso più spiccatamente commerciale ed artigianale, purché di particolare qualità ed a bassa incidenza sull’ambiente della zona.

Area Servizi Ravadese (38 S4)

Si nota che nello schema di accordo tra Comune e proprietà, l’area in oggetto dovrà essere messa a disposizione del Comune per almeno venti giorni all’anno, e che per questo e per la sua natura di terreno per servizi sovra comunali l’attuazione non comporta il pagamento di oneri ed extra oneri di urbanizzazione.

Solo se vi fosse la realizzazione di reali servizi di pubblica utilità, un’effettiva predisposizione dell’area per le esigenze della protezione civile e una messa a disposizione del Comune per un tempo maggiore, si potrebbero condividere le accennate disposizioni.

CONCLUSIONI

Chiediamo che l’Amministrazione comunale recepisca le varie indicazioni ed istanze avanzate riguardo le menzionate aree, e conformemente modifichi le prescrizioni delle relative schede tecniche, le previsioni progettuali contenute nella cartografia e le bozze degli accordi ex art.18 L.R. n.20 del 24/03/2000, e che le ingenti somme che il Comune ricaverà come oneri ed extra oneri dall’urbanizzazione delle stesse e di altre aree di S.Leonardo e Cortile S.Martino, siano reinvestite per la gran parte in questi stessi territori per il completamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici ed anche delle opere di bonifica e valorizzazione ambientale.

Parma, 16 marzo 2009


IL PRESIDENTE

Roberto Caleffi













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